TURISMO E GASTRONOMIA

Traduzioni di schede relative ai Paesi presenti all’expo di Milano (EN, ES, FR >IT)

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In considerazione della vicinanza geografica, economica e culturale della Svizzera con l’Italia, l’Expo Milano 2015, dedicata al tema del cibo e dell’alimentazione, è di importanza strategica per il Paese. La partecipazione della Svizzera è in linea con la strategia delle politiche estere del governo nazionale, che mira a consolidare le relazioni bilaterali con tutti gli Stati confinanti.
La Svizzera è stata la prima nazione ad aderire all’iniziativa di Expo Milano 2015 e a siglare l’accordo di partecipazione nel 2011, ed è stata anche la prima a presentare il progetto del proprio Padiglione. Suo obiettivo è quello di presentarsi a Milano come un Paese attraente, che pone in primo piano i principi di solidarietà e responsabilità nell’ambito del cibo e dell’alimentazione.
Nel 2012 un panel di esperti ha selezionato il progetto della “Confooderatio Helvetica” fra le 103 proposte pervenute in risposta al bando internazionale. Il team svizzero, composto da giovani architetti, ha convinto il panel con un messaggio chiaro, capace di stimolare la riflessione sulle problematiche inerenti al cibo e all’alimentazione, tra cui la responsabilità personale, l’equa ripartizione delle risorse, e la sostenibilità.
Il Padiglione svizzero si compone di un’ampia piattaforma aperta, con quattro torri che svettano sull’area dell’expo e contengono ciascuna un tipo di prodotto: acqua, sale, caffè e mele. Simbolo di una Svizzera sostenibile, responsabile, innovativa e fiera delle sue tradizioni, questi prodotti sono a disposizione dei visitatori, che vi potranno attingere una volta giunti in cima alle torri con l’ascensore. Man mano che i silos si svuotano, le piattaforme all’interno di essi si abbassano, modificando così la struttura del Padiglione. Questo progressivo svuotamento viene registrato in tempo reale e seguito attraverso i social network.
La Casa della Svizzera, situata vicino alle torri, ospita l’esposizione imperniata sul tema dell’acqua dei cantoni Grigioni, Ticino, Uri e Vallese, l’esposizione interattiva di Nestlé, il ristorante svizzero, la Reception Lounge, e l’auditorium. Le città di Basilea, Ginevra e Zurigo terranno a turno una serie di mostre tematiche al piano terra dei silos, in un ricco e variegato programma culturale.

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Repubblica Democratica del Congo

La Repubblica del Congo partecipa all’Esposizione Universale con il tema “La scienza e la tecnologia al servizio della sicurezza e della qualità alimentare”, nel Cluster dei Cereali e Tuberi. Il Paese è infatti noto per la sua vocazione agricola: è un grande produttore di manioca, mais, riso e igname, una pianta coltivata nelle regioni equatoriali del pianeta e usata per i suoi tuberi ricchi di amido, che costituiscono un equivalente della patata. Nella cucina tradizionale congolese, proposta a Expo Milano 2015 con degustazioni di piatti e prodotti tipici, la fanno da padrone il pollo, il pesce, la manioca e le arachidi. Su tutto il territorio sono disseminate piantagioni di diverse qualità di frutta, in particolare ananas, avocado, mango e noce di cocco. Grazie al suo clima – equatoriale e sub-equatoriale – e alla presenza di estese foreste pluviali, la Repubblica del Congo è anche un grande esportatore di legname pregiato. Il Paese possiede diversi parchi naturali e riserve in cui vivono animali selvatici come elefanti, pantere, gorilla, leoni, ippopotami, antilopi, scimmie, gazzelle e un’ampia varietà di uccelli. Durante il semestre dell’expo, presenterà ai visitatori le innovazioni scientifiche e le tecniche inerenti alla produzione, alla lavorazione, alla trasformazione e alla conservazione dei cereali e dei tuberi, e il potenziale della sicurezza agro-alimentaire del Paese. Con la sua partecipazione all’Esposizione Universale, il padiglione congolese si propone di sensibilizzare il pubblico sull’importanza dei tuberi e dei cereali e sull’impatto del loro sviluppo nella lotta contro la povertà. L’obiettivo è quello di favorire scambi di esperienze fra ricercatori del Congo e di altri Paesi, e di sollecitare e stimolare investitori pubblici e privati, come pure le ONG, per finanziamenti e assistenza a progetti di ricerca volti a migliorare le tecniche di produzione, lavorazione, trasformazione, conservazione e commercializzazione dei tuberi e dei cereali.

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Il Padiglione “L’amore del Cile” nasce da una collaborazione fra pubblico e privato, ovvero fra la Cancelleria e vari ministeri dello Stato – organizzatori dell’esposizione cilena – e imprese private. Il Padiglione è costituito da una struttura in legno di pino insigne cileno, uno dei principali prodotti di esportazione del Paese.
La mostra al suo interno è divisa in sei sezioni. Il territorio: la poesia “El Amor de Chile”, di Raúl Zurita, accoglie il visitatore e lo introduce a un viaggio esperienziale attraverso le caratteristiche geologiche e astronomiche del territorio cileno. La gente: questa parte della mostra, al secondo piano, illustra come la gente coltiva, pesca, raccoglie e prepara i prodotti nelle varie zone del Paese. I frutti: in una sala provvista di tecnologie di proiezione immersiva 3D-4K, il visitatore può scoprire da vicino la produzione alimentare, i frutti e la varietà della geografia del Cile. Il cubo dei meriti: un’installazione interattiva illustra la grande offerta alimentare cilena, che ha trasformato il Paese in una delle “dispense” della “fine del mondo”. I visitatori avranno qui modo di preparare virtualmente piatti della cucina tradizionale cilena e caricare ricette sui loro cellulari. Potranno inoltre apprezzare il sensazionale sviluppo delle esportazioni alimentari cilene, che raggiungono i cinque continenti. I mercati popolari: questa area invita a gustare i prodotti cileni. La tavola del Cile: un lungo tavolo scolpito nel lenga, essenza originaria della Patagonia cilena, offre ai visitatori la possibilità di gustare una selezione di piatti tradizionali cileni e acquistare prodotti locali, tra cui vini e oli di oliva famosi in tutto il mondo.
Secondo il Cile, la sostenibilità alimentare si dovrebbe basare su una catena ininterrotta di “affetti”, che inizia con il rapporto d’amore fra l’essere umano e il pianeta, prosegue con il processo di lavorazione e distribuzione dei prodotti e culmina nella preparazione degli alimenti che arrivano sulle tavole di tutto il mondo. Questa catena di affetti si esplica nell’impegno a rispettare le risorse idriche e del suolo, a preservare la biodiversità e i cicli naturali, a valorizzare i prodotti e le culture locali, e ad assicurare la giusta ricompensa per tutti coloro che partecipano a tale opera.

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